Lia Vassalli - Lettera per l'installazione: "L'ombra del vuoto"

L'Ombra del Vuoto
Colonna sonora per un'installazione artistica

Mentre l'ombra del vuoto di Lia era un contenitore dove l'accadimento era intriso e stratificato di tutti gli elementi possibili, come lo scenario della vita che tutto comprende, come l'uomo che cammina anonimo ma non è ciò che l'altro vede ma è quel tutto non svelato neanche a se stesso...

...l'ombra del vuoto di Matteo si trasforma in una serie di vuoti, lui ha avuto la necessità di scindere separare le cose creando spazi diversi. L'ombra delle cose o delle parole e della comunicazione - l'ombra del vuoto interiore e chi più nè ha più ne metta se consideriamo che ogni forma o pieno esiste in forza del vuoto. Una possibilità di interpretazione che mi fa pensare non ad una installazione ma ad una serie, 2 o 3.
Pensa se sia più "vera" o "coerente" questa ipotesi o la prima dove le cose esistono sì separatamente, come mondi a sè, ma facenti parte di un unico spazio. Se pure in modo minimale vedo la possibilità di interazione fra i vari momenti dove la scansione del primo brano può essere interrotta da accenni dell'ultimo e così via.

Tu sei il corpo (le cose)
sei la voce le idee (la comunicazione)
sei in contatto con gli altri (della fiducia)
sei lo spirito (il vuoto interiore)...

Ciò che ti scrivo sono sempre considerazioni in attesa di confutazioni.

"esiste solo ciò che sai..... soltanto ciò che sai che esiste"

In quale accezione devo considerare questa tua affermazione? è in netta contradizione con una ricerca di una dimensione di cui certo non possiamo dimostrare l'esistenza. Se è riferita alla tua realtà oggettiva , alla tua quotidianità, alle cose che incontri e che ti deludono , di qualsiasi cosa si tratti devi cercare di spostare l'angolo di visuale.

Sei così giovane, caro Matteo che mi spaventa un pò parlare con te di tutto questo. Non DEVI COSTRUIRE la tua realtà nè tanto meno quella altrui: la tua realtà, il tuo essere lo scopri pian piano sai chi veramente sei solo quando di fronte alle difficoltà opererai e la modalità esprimerà il tuo "essere" ma non il tuo ESSERE siamo sempre in base a quanto siamo capaci di scoprire di noi. Mi viene in mente un enorme crauto che si sfoglia lentamente e che ad ogni esperienza gli cada una foglia ma è lontano il punto luce centrale da raggiungere.

Gli altri vorremmo che fossero... (e qui la costruzione che ne facciamo) ma loro "sono"... tanti pianeti attorno a noi La delicata sfera affettiva che ci mette in comunione con gli altri e che noi interrompiamo nel momento in cui l'altra realtà non ci corrisponde o ci delude non dovrebbe essere intaccata: le cose che ci fanno più male credo siano quelle che toccano questa dimensione, amare gli altri nella loro diversità è una legge divina che noi non comprendiamo, presi da noi stessi come siamo. Ti parlo per esperienza caro Matteo, e so che non è affatto facile mettere in pratica quanto ti dico. Ami il padre, la madre, il figlio, gli amici per ciò che di loro sai (esiste solo ciò che sai) ma tu non sai affatto chi sono non c'è conoscenza dell'altro c'è solo il nostro grande bisogno di loro.
BHO!

ADESSO BASTA mi sembra di essere Madre Teresa di Calcutta in fase di predica.... che balle vero Matteo?

Lia. 98-03-27






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